DECISIONE הַחְלָטָה (Hachlatàh)

27 Ottobre 2024 Off Di Hora Aboav

DECISIONE הַחְלָטָה (Hachlatàh)! Anche הַכְרָעָה (Achra’àh). La vera decisione è fare un patto con se stessi, una risoluzione senza inganno e affrontandoci con IMPEGNO הִתְחַיְּבוּת (Hitchayyevùt) e DEDIZIONE הִתְמַסְּרוּת  (Hitmasserùt) senza giudizio.

Una RESPONSABILITÀ אַחֲרָיּוּת (Acharayyùt) verso noi stessi e verso l’altro che ci accompagna.

La radice di הַחְלָטָה è ח ל ט nella sua forma fattiva. La ל ci mette di fronte ai nostri errori per insegnarci ad accoglierli e a correggerli: חט è il diminutivo di חֵטא PECCATO ma in effetti ERRORE per aver sbagliato il bersaglio. Tutto questo movimento deve corrispondere בְּהֶחְלֵט (behechlèt) DECISAMENTE a ciò che è BUONO PER ME טוֹב לִי (Tov lì) che esprime lo stesso valore gematrico di הַחְלָטָה che è 57. Ogni vera הַחְלָטָה sottende una CONOSCENZA (INTIMA) DI SÉ הַכָּרָה פְּנִימִית (Hacaràh penimit) per non raccontarcela o esagerare nella pretesa di realizzare ciò che non ci trova ancora pronti. Troviamo questa radice una sola volta nel Tanàch nel libro dei Re[1]e mi fa riflettere se sia sempre giusto influenzare la decisione degli altri o interferire con il percorso esistenziale dell’altro in un momento decisionale che spetta solo a lui.

A mio avviso Abramo ci dona un esempio di vero incontro con se stesso e coerente nel suo desiderio di conoscenza. Una decisione improrogabile, una scadenza etica di ricerca continua per trovare risposte e poi arrendersi nelle braccia di Dio. La risposta coerente ad una הַחְלָטָה è anche una dolce ARRESA כְּנִיעָה alla vita. La gematria ci aiuta ad approfondire questa parola che ci permette di calcare veramente il PALCOSCENICO בִּימָה (Bimàh 57) dei nostri giorni come autori e registi e non come marionette, desiderose di attirare favori o cercare notorietà. L’ הַחְלָטָה è un compenso ai dilemmi che ci attanagliano, è un CIBO אוֹכֵל [2] (Òchel[3] 57); anche il termine דָגָן (Dagàn) GRANO che in genere è anche il rappresentante dei cereali vale 57 e il suo SOPRANNOME כִּנוּי (Chinuy) è מַן (Man) MANNA.

Voglio terminare questa riflessione, tornando sulla descrizione della

DECISIONE הַחְלָטָה (Hachlatàh) come PATTO בְּרִית (Berìt) con se stessi e voglio ricordare un proposito del Bianconiglio in un momento d’incontro importante con Alice[4]:

La prima volta che ti ho incontrato ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa.

Questa è proprio una decisione che dobbiamo prendere con noi stessi dopo avere conquistato dentro di noi quella gratitudine che ci lega al Signore:

TI RINGRAZIERÒ HASHÈM! אוֹדֶךָּ ה’ ! (Odèca Hashèm 57) ed io aggiungo SEMPRE תָּמִיד (Tamìd).


[1] Re I 20,33.

[2] Scrittura piena – CIBO אֹכֶל (Òchel)

[3] Ch –suono gutturale.

[4] R. Taverna, Pillole di psicologia: Amor proprio, le fondamenta del benessere psicologico, 2016. (L. Carrol, Alice nel paese delle meraviglie).