INNOCENZA תְּמִימוּת (Temimùt)
INNOCENZA תְּמִימוּת (Temimùt)! INGENUITÀ. Anche תֹּם לֵב (Tom lev) letteralmente ONESTÀ, INTEGRITÀ DI CUORE. Rav Artom riporta come prima traduzione הֶעְדֵּר חֵטא (He’ddèr chet) ASSENZA DI PECCATO.
Interessante la struttura di questo termine che ci dona un programma esistenziale particolare: la ת apre e chiude, mantenendo attiva l’energia per realizzare quell’integrità coscienziale che ci rende liberi senza limitazioni egoiche o autodistruttive. Nel protosinaitico troviamo una croce , segno prosciolto dalle limitazioni della ט (Tet) dove era inscritta in un cerchio: uno spazio aperto verso tutte le direzioni alla ricerca di se stessi, unica dimensione che può avvicinarci alla consapevolezza del divino.
Realizzazione di vita e morte. Si manifesta anche la מ in una forma doppia, intercalata da una י che le permette di mantenere il movimento naturale dell’ACQUA מַיִם (Màyim) per intero. Questa PAROLA מִלָּה (Millàh) nella parola aggiunge il senso dell’incorruttibilità che è propria dell’INNOCENZA תְּמִימוּת (Temimùt) e viene completata da una ו(ואו Vav) che coerente col suo progetto di congiunzione e fecondità ci ricorda il valore numerico 13 che è lo stesso di AMORE אַהֲבָה (Ahavàh). Se penso all’innocenza del feto nelle acque materne, vengo maggiormente a contatto con quella che è la missione di tutti noi su questa terra. L’amore è il vero strumento di conoscenza. Ci ritroviamo in un viaggio periglioso ma di straordinaria potenza che ci fa desiderare quella totale armonia interiore che ci aprirà a nuovi portali spirituali. Non dimentichiamo che la ת vale 400 e la מ 40 e ambedue le lettere sono in forte relazione con la lettera-porta ד il cui valore è 4.
La radice di תְּמִימוּת è ת מ ם (Tav-Mem-Mem); lo è anche del sinonimo תֹּם (Tom). Essa si sviluppa sia nel tema del completare che in quello del finire. Bello l’esempio di Echàh!
חַסְדֵי ה’ כִּי לֹא־תָמְנוּ כִּי לֹא־כָלוּ רַחֲמָיו׃
(Chasdè Hashèm chi lo-tàmenu chi lo-chalù rachamàv)
«Le misericordie di Hashèm certo non sono finite, né la Sua pietà è terminata». Ricordo un commento chassidico fondante su questo verso: “Non siamo perfetti”! Per questo potremo sempre contare su di Lui! In effetti תְּמִימוּת (Temimùt), ci ricorda che quando c’è integrità e innocenza אֵין הֶסְתֵּר פָּנִים (En hestèr panìm) NON C’É L’OCCULTAMENTO DEL VOLTO ossia non è presente la Sua ira.
A volte ci approcciamo a questo costrutto psicologico con giudizio: INNOCENTE חַף מִפֶּשַׁע (Chaf mippèsha’), תָּמִים (Tamìm), תָּם (Tam) o COLPEVOLE אָשֶׁם (Ashèm). È evidente il nostro senso di superiorità che scende in campo facilmente e ci rende giudici in ogni situazione con grande puntualità e con il rischio continuo di farci separare dall’Unità. L’innocenza è la vera ingenuità. É quell’atteggiamento dell’anima che ci mantiene anche bambini e che ci preserva dal male: tutto l’essere prova a scegliere il bene secondo le proprie possibilità e tempi. Ripeto l’espressione che ci sprona: יַחַד נְנַצֵּחַ אֶת הָרָע (Yàchad nenatzèach et harà’) INSIEME VINCEREMO IL MALE che vale ugualmente 896.
Non è facile mantenere uno stato d’integrità ma almeno proviamoci. Si può sempre migliorare con pensieri di gratitudine, parole di lode e azioni dignitose.