CORPO גוּף (Guf)
CORPO גוּף (Guf)! Il nostro corpo è il libro della nostra esistenza. Essere collegati al nostro ”Tempio”, mostra la via corretta per conquistare la padronanza di noi stessi. Come potremmo percepire, esperire e agire in questo mondo? Come potremmo realizzare le mitzvòt מִצְווֹת PRECETTI senza un corpo curato e sano? Il CORPO גוּף (Guf) è un’istanza di saggezza: è onesto, sincero. Egli si esprime ma il più delle volte non lo ascoltiamo. Anzi lo demonizziamo. Il CORPO גוּף (Guf) predilige la materialità ma i nostri Maestri insegnano che la sua vera conquista si attua attraverso la sua spiritualizzazione. גוף: non poteva mancare la ג in apertura col suo attributo maggiore legato alla materia. Essa è una forza benevola che cresce dentro di noi per farci maturare e rompere schemi primordiali volti verso noi stessi per incontrare l’altro: è un ponte. Cellule, tessuti e organi al servizio dello spirituale. La ו è simbolo di cambiamento e trasformazione continua e rappresenta i canali nutritivi, respiratori e nervosi. La sua scrittura piena וָאו vale 13 come אַהֲבָה (Ahavàh) AMORE e come אֶחָד (Echàd) UNO. La ף finale ricorda la nostra influenza nel mondo attraverso la parola, generatrice dell’esistenza materiale con la sua vibrazione ancestrale. La BOCCA (Pèh) פֶּה nella sua scrittura originaria Pè פא viene agevolata dall’inspirazione del Naso אַף (Af), sua scrittura al contrario. Il valore gematrico di גוף è 89, lo stesso della parola דְמָמָה (Demamàh) SILENZIO. Interessante rilevare il continuo lavoro del corpo, soprattutto quello del cuore che rompe il silenzio interno ma di cui non ci accorgiamo. Rimane comunque inscritta la grande domanda מָה דָם ? (Mah dam) Che cosa è (il) sangue, la VITA? Anche la parola לְמִידָה (Lemidàh) STUDIO vale 89. Il corpo insegna. L’unica citazione della radice ג ו ף nel suo tema di CHIUDERE lo troviamo in Nehemia 7,3 ma non troviamo in nessun libro del Tanàch il termine ג ו ף se non il suo derivato גוּפָה (Gufàh) che è il CORPO DEL MORTO, parlando di Saul e dei suoi figli.
Sentiamo forte il dolore e il piacere. Accogliamo e scopriamo i messaggi sottesi del primo e riempiamo la nostra esistenza di piacere e gioia. Rabbì M. M. Shneerson insegna: “…Dio gioisce per la nostra santificazione del corpo, che è la realizzazione stessa dello scopo divino!”