CHALLÀH חַלָּה (Pane, pagnotta)
CHALLÀH חַלָּה (Pane, pagnotta)! Un pane intrecciato che ricorda nell’espressione delle sue lettere anche il senso dell’accadere e della realizzazione esistenziale: חָלָה ACCADDE (חול). Questo pane sabbatico rappresenta in primis l’offerta di una certa quantità dell’impasto di farina dovuta ai Cohanim, comandata dalla Torà:
רֵאשִׁית֙ עֲרִסֹ֣תֵכֶ֔ם חַלָּ֖ה תָּּרִ֣ימוּ תְּרוּמָ֑ה
(Reshìt ‘arisotechèm (suono gutturale) CHALLÀH tarìmu terumàh;)
« (Dalla) prima parte del vostro impasto (denominata) CHALLÀH voi offrirete un’OFFERTA תְּרוּמָה (Terumàh) ». (Numeri 15,20)
La ricerca della radice di חַלָּה non è semplice perché s’”intreccia” con diversi significanti. Forse la più accettabile è ח ל ל (Chet-Làmed-Làmed) che ci immette nel tema del DANZARE in cerchio infatti l’impasto primario è in genere tondo ma anche FARE e PRODURRE. Troviamo questo termine nel libro di Samuele II 6,19, quando David riportò l’Arca a Gerusalemme e distribuì un pane (pagnotta) חַלַּת לֶחֶם (Challàt lèchem), una porzione di carne e una di uva secca alla grande moltitudine di popolo: uomini e donne. Il concetto di חַלָּה si coniuga con quello di לֶחֶם מִשְׁנֶה (Lèchem Mishnè) DOPPIO PANE, legato alla doppia porzione di manna che i nostri padri raccolsero nel deserto il venerdì anche per il sabato. Come insegnano i nostri Maestri, oggigiorno si toglie dall’impasto solo una piccola parte che viene bruciata o gettata dopo essere stata avvolta con cura nel rispetto di questa מִצְוָה (Mitzvàh-Precetto). È interessante elaborare il significante contenuto nella sua benedizione: לְהַפְרִישׁ חַלָּה ….(Lehafrish Challàh). פ ר ש Distinguere, santificare, separare e allontanare. Nella forma rafforzativa, spiegare, chiarire dare un SIGNIFICATO פְּרוּשׁ (Perùsh). חַלָּה (43): c’è in campo una ח che sottende un ostacolo da dover superare con grande devozione per poter essere elevata come offerta ‘לָה (LaHashèm) Per Hashèm nel sacro giorno dello Shabbàt! La sua gematria 43 infatti è in relazione intima con l’espressione NELLA FORZA (dell’) AMORE בְּכֹחַ אַהֲבָה (Coàch ahavàh 43).