AMALÈK עֲמָלֶק
AMALÈK עֲמָלֵק! עַם לַק (‘Am lak) UN POPOLO DI LACCA, effimero e falso. Un POPOLOעַם (‘Am)קַל (Kal) DI POCO VALORE קַל עֶרֶךְ (Kal ‘èrech)! בַּעַל נֶפַח (Bà’al nefach) TRONFIO con lo stesso valore 240 diעֲמָלֶק AMALÈK. Un popolo AMAROמָר (Mar 240) nei confronti del popolo ebraico: unעַם עָנִי (‘Am ‘anì 240) POPOLO POVERO a tutti i livelli sempre pronto alla guerra e all’odio. E (gli Amaleciti) HANNO PORTATO LA SPADA וַיָּבֵאוּ הַחֶרֶב (Vayyavèu hach[1]èrèv 240) su bambini e donne senza pietà durante il cammino nel deserto a Refidìm all’uscita dall’Egitto quando erano stanchi e senza forza.[2] Se si accetta che Amalèk sia stato “parente “ perché figlio di Timnà concubina di Elifaz,[3] figlio di Esaù, progenitore degli edomiti e fratello di Giacobbe, non si comprende perché tanto odio senza giustificazione e irrazionale. Il vero antisemitismo possiede proprio queste qualità e contro di esse è veramente difficile contrapporsi. Nella Parashàh di Beshallàch[4] è descritto questo episodio nei particolari, mettendo in evidenza l’intervento divino. È per questo che AMALÈKעֲמָלֵק è diventato il simbolo del male come anche il suo “discendente” Hamàn. קָם עַל (Kam ‘al 240) SI LEVÒ SU (contro) tutti i dettami divini, disconoscendo del tutto la voce di Hashèm.
וַיֹּאמֶר ה’ אֶל־מֹשֶׁה כְּתֹב זֹ֤את זִכָּרֹון בַּסֵּפֶר וְשִׂים בְּאָזְנֵי יְהֹושֻׁעַ כִּֽי־מָחֹה אֶמְחֶה אֶת־זֵכֶר עֲמָלֵק מִתַּחַת הַשָּׁמָיִם׃
(Vayyòmer Hashèm el Moshèh:- Chetòv zot ziccàròn bassèfer vesìm beoznè Yehoshù’a; chi machò emchè et zècher ‘Amalèe mittàchat hashamàyim.).[5]
« E disse il signore a Mosè:- Scrivi questo come memoria (memoriale) nel Libro e mettilo (imponilo) alle orecchie di Giosuè; poiché Io cancellerò [6]il ricordo di Amalek da sotto i cieli.»
Quando si leggerà la Parashàh di כִּי – תֵּצֵא (Chi Teztè) QUANDO USCIRAI, verrà ricordato di nuovo Amalèk e il suo operato e sarà comandato ad ogni uomo presente di “ricordare e di dimenticare”! Due precetti che includono tutta la nostra presenza: sia mentale che del cuore.
Riporto tutti e due i versi[7]per non dimenticare e imprimere ogni parola dentro di noi.
זָכוֹר אֵת אֲשֶׁר־עָשָׂה לְךָ עֲמָלֵק בַּדֶּרֶךְ בְּצֵאתְכֶם מִמִּצְרָיִם
וְהָיָה בְּהָנִיחַ ה’ אֱלֹקֶיךָ ׀ לְךָ מִכָּל־אֹיְבֶיךָ מִסָּבִיב בָּאָרֶץ אֲשֶׁר ה’־אֱלֹקֶיךָ נֹתֵן לְךָ נַחֲלָה לְרִשְׁתָּהּ תִּמְחֶה אֶת־זֵכֶר עֲמָלֵק
מִתַּחַת הַשָּׁמָיִם לֹא תִּשְׁכָּח
(Zachòr et Ashèr-‘asàh lechà ‘Amalèk baddèrech betzetechèm mimmitzràyim.
Vehayàh behanìach Hashèm Elokècha|lechà miccol-oyevècha missavìv baàretz ashèr Hashèm Elokècha notèn lechà nachalàh lerishttàhh timchèh et zècher ‘Amalèk mittàchat hashamàyim lo tishccàch.
« Ricorda ciò che ha fatto a te Amalek lungo la (nella) strada nella vostra uscita dall’Egitto».
E avverrà (sarà) nel renderti in quiete, (libero) da tutti i tuoi nemici intorno nella terra che il Signore Tuo Dio dà a te come possesso ereditario, cancella il ricordo di Amalek da sotto i cieli NON DIMENTICARE».
Interessante la riflessione di D. Lattes[8]:
«Quando
Israele potrà dimenticare i suoi nemici e abbandonarsi a ricordi meno tragici?
Ricordati di quello che ha fatto Amaleq; ricordati di quello che ti ha fatto la
Spagna; ricordati di quello che ti ha fatto Hitler; non dimenticare. Ma è
necessario dimenticare il male per non disperare degli uomini e della giustizia».
[1] Ch suono gutturale.
[2] Esodo 17, 8-14.
[3] Genesi 36,9-1.
[4] בְּשַׁלַּח (Beshallàch) (Quando) MANDÒ VIA il faraone i figli di Israele.
[5] Esodo 17,14.
[6] Doppia radice di מ ח ה CANCELLARE.
[7] Deuteronomio 25, 17-19.
[8] D. Lattes, Aspetti e problemi dell’ebraismo, Borla editori, Torino 1970, p. 652.