AVVERSARIO שָֹטָן (Satàn)
AVVERSARIO שָֹטָן (Satàn)! NEMICO, anche se il termine più usato per questi vocaboli, senza dubbio è אוֹיֵב (Oyèv) ma non era semplice trovare una soluzione di traduzione della parola שָֹטָן (Satàn) perché in italiano risulta immediatamente in una forma che allontana dal contesto ebraico. Avrei potuto scegliere anche ACCUSATORE מְקַטְרֵג [1](Mekatrèg) o ancora שוֹנֵא (Sonè) COLUI CHE ODIA. Il שָֹטָן è l’Angelo che corrompe l’uomo e lo porta sulla “via della perdizione” e del peccato ma può essere considerato anche come lo יֶצֶר הָרָע (Yètzer harà’) L’ ISTINTO CATTIVO stesso. A questo proposito l’espressione kabalista סִטְרָא אַחְרָא (Sitrà achrà) ALTRO LATO ci pone un grande quesito: stiamo parlando di dentro di noi o fuori di noi? Il verso straordinariamente chiaro di Isaia[2]ci impone la conoscenza del fatto che il Signore ha creato il tutto e lo ha creato anche dentro di noi il tutto.
יוֹצֵר אוֹר וּבורֵא חֹשֶׁךְ עֹשֶׂה שָׁלוֹם וּבוֹרֵא רָע אֲנִי ה’ עֹשֶׂה כָל־אֵלֶּה
(Yotzèr or uvorè choshèch ‘osèh shalòm uvorè ra’ Anì Hashèm ‘osèh col-èlle.)
«Colui che forma la luce e crea (il) buio, Colui che fa (la) pace e crea il male, Io il Signore faccio tutte queste (cose).»
Mantenerci integri nel nostro lavoro illuminante dell’esperienza del sé, ci permette di non perdere il contatto con la nostra vera natura esistenziale.
Nella Toràh la parola שָֹטָן (Satàn) appare per due volte[3], unicamente nella parashàh di Balàk[4]e si manifesta con l’energia del deviare: OSTACOLO e come AVVERSARIO. L’Angelo di Hashèm appare all’ASINA אָתוֹן (Atòn) e apre l’episodio famoso che dona all’asina la parola.[5]
La שֹ (Sin) apre ed è evidente che è in campo una vera lotta per il potere: si saprà contrastare la corruzione e superare il PECCATO חֵטא (Chet)? Come vediamo, ci sono punti luce e ombre nella stessa lettera: la ט lettera centrale presagisce un buono e lieto fine e non fa perdere d’animo ma l’abbiamo appena incontrata in una parola che tende all’errore. Anche la ש può condurci nella splendida radice di ש נ ה che esprime il cambiamento e la vera trasformazione ma può irrigidirsi, cambiando laה inא diventa ש נ א ODIARE. La נ (Nun) infine può tradire la sua più grande qualità che è la lealtà e far cadere in trappola; in sua presenza la speranza può venire offuscata e l’anima messa a dura prova. L’energia semantico-energetica del שָֹטָן che ha il valore di 359 ci ricorda che è un’essenza dove NON C’E’ MISERICORDIA אֵין רַחֲמִים (En rachamìm 359).
L’ODIO שִֹנְאָה è un’altra personificazione della שִֹטְנָה (Sitnàh-ש ט ן) che è, MALDICENZA מַלְשִׁינוּת (Malshinùt), CALUNNIA עֲלִילָה (‘alilàh), הַאֲשָׁמָה (Haashamàh) ACCUSA, דִבְרֵי אֵיבָה (Divrè evàh) OSTILITÀ e מְרִיבָה (Merivàh) DISPUTA. Insomma tutti gli elementi per accendere gli istinti primordiali aggressivi e uscire per affrontare lotte o vere guerre. In campo è la divisione tout court! Il traguardo è sempre lo stesso: superare e trascendere gli opposti.
Pensare che רָע (Ra’) MALE è scritto in modo identico di רֵעַ (Rea’) COMPAGNO, PROSSIMO, AMICO insegna come la dualità va risolta.
Portare luce dove è ancora buio vuol dire superare il nostro (Shippùt) שִׁפּוּט GIUDIZIO interno che ci penalizza senza pietà e non ci permette di conoscerci profondamente. Esso è il nostro vero שָֹטָן (Satàn) BLOCCO esistenziale, pieno dei nosttri demoni.
Non facciamoci impaurire! La
vittoria è sicura se sapremo rimanere presenti a noi stessi e sapremo
affrontare l’arduo percorso della consapevolezza.
[1] Lett. Colui che accusa.
[2] Isaia 45,7.
[3] Numeri 22,22-22,32.
[4] Numeri 22,2-25,9.
[5] Numeri 22,22-22,35.