CONSAPEVOLEZZA מוּדָעוּת (Muda’ùt)
CONSAPEVOLEZZA מוּדָעוּת (Muda’ùt)! Nella ricerca di questa parola si incontra anche יְדִיעָה (Yedi’àh)[1] o תּוֹדָעָה (Todà’àh) COSCIENZA come sinonimo. מוּדָעוּת:פְּנִימִית יְדִיעָה (Yedi’àh penimìt) CONOSCENZA INTERIORE. Ciò che si rileva immediatamente che la radice in campo è sempre י ד ע (Yod-Dàlet-‘Àyin): la presenza della MANO יָד (Yad) dell’esperienza tout court dell’ע: SAPERE, CONOSCERE, PERCEPIRE, SENTIRE, DISTINGUERE, INTUIRE, FARE ATTENZIONE. Anche la conoscenza intima biblica viene espressa con questa energia. La CONSAPEVOLEZZA מוּדָעוּת (Muda’ùt) esprime in primis la nostra PRESENZA נוֹכְחוּת (Nochechùt ch suoni gutturali). È evidente l’eco di quell’אָנֹכִי (Anochì ch gutt.) IO che ha aperto le dieci parole. Ricordo il commento di Hirsh:[2]
אֲנִי אָנֹכִי שֶׁלְּךָ
(Anì Anochì shellechà)
«IO SONO IL TUO SÈ»!
Essere coscienti e consapevoli non solo della nostra persona ma di quel Sé essenziale che ci permette di conoscerci, diventa la reale fonte di conquista interiore e vera serenità. Ricordare di essere stati creati ad immagine di Dio e che la nostra natura intellettiva è simile a quella divina come ci ha insegnato Rambam, è il nostro compito nella vita. Non a caso possiamo individuare che la gematria di מוּדָעוּת (Muda’ùt) 526 ci collega al capitolo 1,26 di Genesi כִּדְמוּתֵנוּ (Chidmutènu) lett. COME A SOMIGLIANZA DI NOI 526.
וַיֹּ֣אמֶר אֱלֹקים נַֽעֲשֶׂ֥ה אָדָ֛ם בְּצַלְמֵ֖נוּ כִּדְמוּתֵ֑נוּ
(Vayòmer Elokìm: Na’asèh adàm betzalmènu Chidmutènu.)
«E disse Dio: – Facciamo (l’) uomo a Nostra immagine e simile a Noi».
Noi continuiamo ad abitare quel primo soffio insufflato e continuiamo grazie ad esso a vivere. Non dobbiamo mai dimenticare di essere una scintilla di Dio prima di tutto.[3]
Interessante analizzare la parola מודעות, nella scrittura piena troviamo l’esortazione: דע מוות (Dà’ mavèt) CONOSCI LA MORTE. Un grande stimolo ad essere vivi e a vibrare con la nostra esistenza.
La מ matrice, rappresenta il nostro inconscio plastico con la sua capacità naturale di rigenerarsi e rinnovarci; le due ו determinano la presenza delle numerose connessioni che ci rendono sempre collegati all’Uno e all’altro. La ו è il simbolo della discesa divina verso il basso e la terza lettera del Tetragramma. Essa ci introduce nella trascendenza. La ד delibera quella crescita che accompagna il risveglio che ci dona la ע. L’ultima lettera ת, sempre femminile in fine parola, si muove nell’intento di conquistare verità e vigilanza.
Elaboriamo infine il valore energetico –
numerico di מוּדָעוּת (Muda’ùt) 526 nella
piccola numerazione e troviamo laד 4 [4]. Molto
stimolante scoprire che la qualità preminente di questa parola sia quella di
essere una porta – apertura di trasformazione e di comunicazione. Essa è
strumento di scoperta di sé nella conquista dell’autonomia, necessaria per
lasciare il consueto e scoprire chi siamo nella presenza divina e nell’avere un
לֵב פָּתוּחַ 526 (Lev patùach) CUORE APERTO. La nostra מוּדָעוּת è ciò che produce dentro di noi אוֹשֶׁר וְאַהֲבָה 526 (Òsher
veahavàh) FELICITÀ e AMORE e בְּרָכָה וְהַצְלָחָה
(Berachà vehatzlachàh) BENEDIZIONE e BUONA RIUSCITA. Buon lavoro di
consapevolezza a tutti noi per fa sì che la nostra vita sia veramente nostra.
[1] Da M. E. Artom.
[2] Esodo 20,2.
[3] Genesi 2,7.
[4] 526: 5+2+6 = 13= 1+3 = 4 ד.