PORTA שַׁעַר (Shàar)

PORTA שַׁעַר (Shàar)

17 Gennaio 2023 Off Di Hora Aboav

PORTA שַׁעַר (Shàar)! PORTALE E CANCELLO! In ebraico anche דֶלֶת (Dèlet) e פֶּתַח (Pètach) che traduce anche APERTURA.

L’ultimo verso dello Shemà’, probabilmente, è la versione più famosa di questa parola nell’accezione di PORTA DELLA CITTÀ (Deuteronomio 6,9):

וּכְתַבְתָּ֛ם עַל־מְזֻז֥וֹת בֵּיתֶ֖ךָ וּבִשְׁעָרֶֽיךָ

(Uchtavttàm ‘al-mezuzòt betècha uvish’arècha)

«E li scriverai sugli stipiti della tua casa e delle tue porte (di città)».

שַׁעַר: CASTELLO, LUOGO D’ENTRATA E LUOGO DI SEDUTA DEI GIUDICI, META e FRONTESPIZIO; anche ADUNANZA, PREZZO, VALORE DELLA MERCE; MISURA e QUANTITÀ nonché VOLTA.

Quest’ultimo significato viene a spiegarci il nome del famoso quartiere religioso di Gerusalemme che è denominato מֵאָה שְׁעָרִים MEÀH SHE’ARÌM e che fa riferimento al verso 12 del capitolo 26 di Genesi:

וַיִּזְרַ֤ע יִצְחָק֙ בָּאָ֣רֶץ הַהִ֔וא וַיִּמְצָ֛א בַּשָּׁנָ֥ה הַהִ֖וא מֵאָ֣ה שְׁעָרִ֑ים

(Vayyizrà Yitzchàk baàretz hahì vayyimtzà bashshanàh hahì meàh she’arìm;)

«E seminò Isacco in quella terra e raccolse (trovò) in quell’anno cento volte più (tanto)».

(Trad. A. S. Toaff) «Il raccolto dell’anno superò cento volte la sementa».

 שַׁעַר traduce la prima pagina di un libro e ci dona il senso della LEZIONE שִׁעוּר (Shi’ùr). Una vera richiesta di aprire la mente e il cuore per nutrire la consapevolezza della nostra partecipazione.

La percezione attenta dell’occhio ma anche l’essere fonte dell’ע CANTA שָׁר (Shar). La presenza del discernimento della ר e la capacità d’integrazione della ש, producono vera esperienza.  

In ogni lettore fedele echeggiano le parole di Giacobbe al suo risveglio dal sogno della scala (Genesi 28,17) e l’uso di שַׁעַר risuona forte:

וַיִּירָא֙ וַיֹּאמַ֔ר מַה־נּוֹרָ֖א הַמָּק֣וֹם הַזֶּ֑ה אֵ֣ין זֶ֗ה כִּ֚י אִם־בֵּ֣ית אֱלֹהִ֔ים וְזֶ֖ה שַׁ֥עַר הַשָּׁמָֽיִם

(Vayyirà vayyomèr :- Ma norà hammakòm hazèh! En zèh chi im bet Elokìm vezèh SHÀAR hashshamàyim.)

«E (Giacobbe) provò timore e disse: – Quanto è terribile (temibile) questo Luogo! Non può essere che (indubbiamente è) la Casa di Dio e questo è la porta del cielo»!

 La radice in campo quindi è ש ע ר che si muove nel territorio del PENSARE, dello SPIEGARE, del PRESUMERE, del DESCRIVERSI, del VALUTARE e VALUTARSI ma anche STABILIRE e VALUTARE IL PREZZO, MISURA e PESO; SOSTARE PRESSO LA PORTA DELLA CITTÀ o PREPARARSI PER UNA LEZIONE.

Quando la שׁ (Shin) diventaשֹ  (Sin), troviamo il vocabolo שְעָר (Sé’àr) CAPIGLIATURA, PELO, CAPELLO che ovviamente ha lo stesso valore numerico di שַׁעַר 570. Anche עֹשֶר (‘Oshèr) RICCHEZZA e DIECI עֶשֶר (Éser f.) come suoi anagrammi valgono 570. Quanta abbondanza!

La spiegazione di certe parole fanno sentire sazi e pronti per la prossima lezione. È il nostro destino se vogliamo studiare per apprendere e comprendere ciò che conta.