ASPETTATIVA צִפִּיָּה (Tzippiyyàh)
ASPETTATIVA צִפִּיָּה (Tzippiyyàh)! Tutti i nostri maestri ci hanno insegnato che fluire
con la VITA, accoglierla e accettarla in tutte le sue espressioni, ci aiuta ad
acquisire leggerezza e saggezza.
Non è facile… perché noi abbiamo sempre molte
ASPETTATIVE צִיפִּיּוֹת (Tzippiyyòt) verso noi
stessi e verso gli altri.
In ebraico la stessa radice צ פ ה (Tzàdi-Pe’-He’) nella forma
rafforzativa ci inoltra nel tema di AVERE SPERANZA, ASPETTATIVA ma anche del COPRIRE.
La federa per coprire i cuscini si chiama צִפָּה (Tzippàh) ma anche צִפִּית (Tzippìt) e come potete constatare sono parole vicine ad
ASPETTATIVA צִפִּיָּה (Tzippiyyàh) tanto
che in ebraico le ultime due si esprimono al plurale con la stessa forma: צִיפִּיּוֹת (Tzippiyyòt). C’è in ebraico un motto di
spirito molto significativo e divertente che la saggezza popolare ha coniato con questo detto:
‘צִיפִּיּוֹת הֵן רַק לַכָּרִיוֹת’
(Tzippiyyiòt hen rak laccaryyòt)
LE ASPETTATIVE (FEDERE) (SONO) SOLO PER I CUSCINI!! Quanta sapienza!
ASPETTATIVA צִפִּיָּה (Tzippiyyàh) ha come sinonimo ovviamente SPERANZA תִּקְוָה (Tikvàh) ma vorrei provare a riflettere: a mia percezione, è che la prima sia più concentrata sulle nostre vite quotidiane e sulle nostre fragilità umane mentre la seconda, come già scritto, ci permette di manifestare il desiderio di incontrarsi in quel Luogo Uno che trascende lo spazio e il tempo e dona all’uomo il senso del trascendentale. Un altro sinonimo infatti è צְפִיָּה che si può tradurre con הִתְבּוֹנְנוּת (Hitbonenùt) CONTEMPLAZIONE e con vari significanti, legati all’osservazione.
La radice צ פ ה / צ פ י si muove quindi nel territorio dello aspettare, sperare, coprire, guardare, rivelare ed altro ancora.
Nella parola צִפִּיָּה la צ apre la parola, rappresentando la meta che ci si prefigge e subito dopo la segue una פ che è pronta ad esprimersi con tutte le sue forze. Chiude l’espressione י – ה che esprime la divinità come sigillo spirituale in campo sia maschile י che femminile ה perché in effetti ci rimanda ad un senso di fede profondo più che a smarrirci di fronte ad un desiderio insano dell’ego di metterci in gara per vincere a tutti i costi o sperare in un aiuto che non sia dall’Alto.
Non è un caso che nella piccola numerazione il suo valore numerico sia 5 ה, la lettera della divinità. Perlustriamo ora la sua gematria che risulta essere 185. Entriamo פְּנִימָה (Penimàh 185) DENTRO e facciamo risuonare nelle pieghe profonde del nostro essere le parole del Cantico dei Cantici (6,3):
אֲנִ֤י לְדוֹדִי֙ וְדוֹדִ֣י לִ֔י
(Anì leDodì veDodì li 185)
«Io per il Mio amato e il Mio amato per me».