RIDUZIONE צִםְצוּם (Tzimtzùm)
RIDUZIONE צִםְצוּם (Tzimtzùm)! Anche CONTRAZIONE, CONCENTRAZIONE, RITRAZIONE! Una radice di 4 radicaliצ מ צ ם : (Tzàdi-Mem-Tzàdi-Mem). Due lettere ripetute due volte: la צ (Tzàdi) nel suo essere umile e giusta dà avvio all’interruzione del movimento esistenziale superato con lo scopo naturale di portare creatività e cambiamento. La מ ridà vita a quel moto naturale per riprendere la trasformazione evolutiva che non s’interrompe mai. Un vero arricchimento al nutrimento dell’acqua. Questo ritmo ci porta al DIGIUNANTE (Io, tu, egli Digiuno-i-a) צָם (Tzam) – DIGIUNO צוֹם (Tzom צ ו ם), Mitzvàh importante nel percorso spirituale e religioso ebraico che ci immette nel tema della privazione. Un momento di grande riflessione e CONCENTRAZIONE רִכּוּז (Riccùz), sinonimo di צִםְצוּם (Tzimtzùm): non si digiuna veramente se non accompagniamo questo atto con l’integrità del pensiero e della volontà. Questo ultimo vocabolo ci ricorda il doloroso CAMPO DI CONCENTRAMENTO מַחֲנֶה רִכּוּז (Machanè riccùz). Un concetto fisico che ha prescritto a tutti noi, figli di seconda generazione, una ricerca di senso obbligata da un punto di vista coscienziale per riempire quel vuoto imposto. Una direttiva etica per poter incontrarci nuovamente nella dimensione dell’altro. Un’intenzione e una tensione interiore che sovrasta le nostre occupazioni ordinarie.
Dò uno sguardo alla gematria di צִםְצוּם (Tzimtzùm) 266 e trovo un’espressione straordinariamente legata al concetto kabbalistico dello צִםְצוּם divino primario, originante il mondo: רַחֲמֵי הָאָב (Rachamè haÀv) LA MISERICORDIA DEL PADRE che incessantemente ci alimenta ma anche traduce LE MATRICI DEL PADRE. Quanto amore per dare veramente spazio al figlio, alle proprie creature e al loro mondo. Bella l’immagine dell’Altissimo che si auto-limita, si ritira come pura concentrazione pur non producendo alcun cambiamento nella Sua Essenza o privandoci della Sua Presenza. Rabbi Schneur Zalman di Liadi spiega il processo del primo Tzimtzùm come “un ascondimento completo della luce divina” e insegna che “È stato solo dopo innumerevoli צִמְצוּמִים (Tzimtzumìm), i quali hanno ridotto e nascosto progressivamente la forza creativa, che è divenuta possibile l’esistenza della materia fisica finita” (LIKKUTÈ AMARIM (Tanyà) PARTE SECONDA, p XXIII).
וְיָדַעְתָּ֣ הַיֹּ֗ום וַהֲשֵׁבֹתָ֮ אֶל־לְבָבֶךָ֒ כִּ֤י ה֙’ ה֣וּא הָֽאֱלֹקִים בַּשָּׁמַ֣יִם מִמַּ֔עַל וְעַל־הָאָ֖רֶץ מִתָּ֑חַת אֵ֖ין עֹֽוֹד
(Veyada’ttà hayyòm vahashevotà el-levavècha chi Hashèm hu HaElokìm bashshamàyim mimmà’al ve’al haàretz mittàchat en ‘od – Deuteronomio 4,39)
«E sei venuto a conoscenza oggi e hai fatto tornare te al tuo cuore poiché il Signore è Dio nel cielo al di sopra e sulla terra al di sotto e non c’è altro».
«Sappi oggi e tieni fermo nel tuo cuore Che D-o è il Signore in alto nei Cieli ed in basso sulla terra e non c’è altro (Trad. G. M. Garelik)».
Anche la parola מַצְפּוּן (Matzppùn) COSCIENZA ha un valore energetico-semantico pari a quello di RIDUZIONE צִםְצוּם (Tzimtzùm) 266. Riconoscere il nostro ego, riuscire a frammentarlo e a ridurlo a favore dell’altro è senz’altro l’elemento fondante nella nostra crescita coscienziale. Facciamo posto alla creazione di cose nuove senza il timore di lasciare andare il “vecchio” e la paura di uscire dalla nostra zona confort!