DESERTO מִדְבָּר (Midbàr)
DESERTO מִדְבָּר (Midbàr)! מִדְבָּרוֹת (Midbaròt) DESERTI ma anche מִדְבָּרִים (Midbarìm). Questo termine è molto complesso e si apre a diversi significanti. דֹבֶר (Dovèr) è il LUOGO DEL PASCOLO. Questa interpretazione sembra allontanarci dalla radice ד ב ר a noi cara del PARLARE לְדַבֵּר ma è molto coerente con lo spirito nomade dei nostri Padri. La storia degli ebrei è indissolubilmente legata al DESERTO לַמִּדְבָּר (Lammidbàr).
וַיְדַבֵּ֨ר ה’ אֶל־משֶׁ֛ה בְּמִדְבַּ֥ר סִינַ֖י בְּאֹ֣הֶל מוֹעֵ֑ד
(Vaydabbèr Hashèm el-Moshèh bemidbàr Sinày beòhel mo’èd)
«E parlò il Signore a Mosè nel deserto del Sinai nella tenda del Convegno».
Nel primo verso del libro di Numeri, tradotto così in italiano ma letteralmente nel DESERTO in ebraico בְּמִדְבַּ֥ר (Bemidbàr) appaiono ambedue i significanti. Ricordo un commento-immagine antica per raccontare le origini della radice ד ב ר dove le parole si muovevano una dietro l’altra come i cammelli al pascolo. Da questa radice ד ב ר deriva anche il nome dell’ultimo libro della Toràh: דְבָרִים (Deutoronomio) PAROLE.
DESERTO מִדְבָּר (Midbar) è scritto esattamente come מְדֻבָּר (Medubbàr) Parlato, Espresso e מְדַבֵּר (Medabbèr che posso tradurre: (Io) parlo – (tu) parli – (egli) parla) PARLANTE.
All’epoca dei quarant’anni di cammino, saranno nominati diversi deserti con nomi molto significativi. Il primo percorso fu attraverso il מִדְבָּר שׁוּר (Midbàr Shur) che Raphael Drai traduce come UN DETTO DI RETTITUDINE. Egli ricorda che uno dei nomi di Israel è Yeshurùn, legato a יָשָׁר (Yashàr) DRITTO, RETTO. Gli ebrei devono riconquistare la loro integrità etica prima di tutto e rimparare come trovare l’acqua nel deserto. “Il deserto non è l’aridità assoluta, l’aridità in sé”.
Il “chi, che cosa?”, suggerimenti naturali della מ danno il via ad una domanda che ci chiediamo tutti: – Chi, Che cosa ha parlato דִבֵּר (Dibbèr) dentro di noi? Cosa risuona nel silenzio della nostra interiorità che ci ricorda il DESERTO מִדְבָּר (Midbàr)? Il Luogo del risuono intimo e dell’ascolto. Hashèm si è manifestato a Elia nel suono di una VOCE DI SILENZIO SOTTILE קוֹל דְּמָמָה דַקָּה (Kol demamàh dakkàh) nel deserto. Se permuto le lettere di מִדְבָּר (Midbar), scopro un bel messaggio: דָם רָב (Dam rav) Tanto sangue, vita, energia e tanta luce. È il luogo della re-energizzazione per eccellenza!
Infine perlustro la sua gematria 246 per trovare ulteriori spunti di riflessione che come sempre sono infiniti. Rambam insegna che 246 esprime l’espressione זֶה זָהָב טָהוֹר (Zèh zahàv tahòr) QUESTO (È) ORO PURO come il suo colore ma anche קוֹצִים (Kotzim) 246 SPINE. E nel deserto certo non mancarono!