MANNA מָן (Man)
MANNA מָן
(Man)! IL pane miracoloso, caduto dal cielo, tornò a stimolare una domanda
comune di stupore: “Che cosa è? מָה הוּאֹ (Mah hu)”. Il deserto diventò
elemento nutritivo con il chiarore del giorno e li saziò. Gli ebrei che non
sapevano cosa fosse, lo chiamarono MANNA (מָן (מָן הוּא! (Man hu
–esso è manna (è maschile in ebraico) Esodo 16,15). Essi la trovarono sulla
superficie del deserto, quando lo strato di RUGIADA טָל (Tal) che la
ricopriva e proteggeva si elevò! Era una cosa minuta e granulosa, sembrava un
seme bianco di coriandolo e ricordava il gusto delle “cialde intinte nel
miele”. Un senso di sottile finezza e leggerezza riportò l’un l’altro a sentire
forza e speranza. Era tornato il senso del percorso e l’Egitto era di nuovo
alle spalle. Le parole di Mosè מֹשֶׁה tornarono ad acquistare un senso
e le regole dello שַׁבָּת (Shabbat) risuonarono alte. C’è fra i commentatori chi
pensa che מָן
sia una forma contratta di מַתָּנָה
(Mattanà) o מַתָּן
(Mattan) che si traducono ambedue DONO. La preposizione semplice מִן (Min) DA,
scritta nello stesso modo di מָן obbliga ad alzare la testa e
prendere contatto col cielo. É bello rilevare
che la parola מָן
appare 5 volte in שְׁמוֹת
(Nomi) come il numero delle volte in cui troviamo la parola אוֹר
(Or) LUCE in בְּרֵאשִׁית
(Bereshìt – Genesi 1, 3-5).
É molto interessante rilevare che nel
verso 16 del capitolo 16 di שְׁמוֹת
(Nomi), che parla delle regole della raccolta della מָן , troviamo scritte tutte e 22 le
lettere dell’alfabeto. Esse sono il simbolo evidente del nutrimento divino e
sempre presenti.
La גִימַטְרִיָּה
(Ghìmatriyàh) di מָן 90
ci rammenta la parola מַיִם
ACQUA (Mayìm)!
“Cosa aspettiamo? La manna dal cielo?”