OSPITE אוֹרֵחַ (Orèach)
OSPITE אוֹרֵחַ (Orèach)! Siamo tutti noi OSPITI אוֹרְחִים (Orchìm ch gutturale) in questo meraviglioso mondo, creato per noi dall’Eterno che ci ha accolto nel nostro PERCORSO DI VITA אֹרַח חַיִּים (Òrach chayyìm) con AMORE INTERO (Completo) בְּאַהֲבָה שְׁלֵמָה (Beahavàh shelemàh)!
OSPITE אוֹרֵחַ (Orèach) e STRADA, VIA אֹרַח (Òrach) derivano da א ר ח la stessa radice di לֶאֱרֹחַ (Leeròach) che definisce il tema del VIAGGIARE, dell’essere OSPITATI e dell’ACCOGLIENZA: OSPITALITÀ אֵרוּחַ (Éruach). Chi può aver dimenticato il senso innato di accoglienza nei confronti dei viandanti di Abramo? Nel primo verso del capitolo 18 di Genesi, il Signore lo va a trovare, secondo il commento dei nostri Maestri, nel suo terzo giorno dalla מִילָה (Milàh) CIRCONCISIONE e inaspettatamente Abramo alza gli occhi e vede tre “UOMINI” אֲנָשִׁים (Anashìm) presso di lui. Inizia all’ unisono una cerimonia familiare per accoglierli nell’energia più sacra dell’ospitalità. E Hashèm? Abramo se ne è dimenticato? Assolutamente no! Quando si accoglie un אוֹרֵחַ si esprime la Sua volontà! La prima lettera א e l’ultima lettera ח della radice א ר ח ci offrono אַח (Ach) FRATELLO nel segno della nuova esperienza augurale della ר che ci stimola a qualsiasi nuova conoscenza. L’OSPITE הָאוֹרֵחַ (HaOrèach) infatti è un vero dono perché ci dà la possibilità di riconoscere alcune nostre parti, ancora sconosciute. Rafforza questo concetto il peso energetico-semantico di אוֹרֵחַ 215 con הֶחָבֵר (HeChavèr) IL COMPAGNO il cui valore numerico è altrettanto 215. Altresì אוֹרְחָה (Orchàh) CAROVANA proviene da א ר ח anche se in genere questo vocabolo si traduce con il termine שַׁיָּרָה (Shayyaràh).
Famosa la אֹרְחַת הַיִּשְׁמְעֵאלִים (Orchàt Hayyishme’elìm) nell’episodio della vendita di Giuseppe. אוֹרֵחַ stimola anche un’altra lettura: ‘אור ח (Or Chet (suono gutturale)) LUCE della CHET. Essa è la lettera della vita e della grazia col desiderio insito in sé di essere dopo aver preso coscienza delle difficoltà esistenziali. Oggi la radice più gettonata nell’ambito dell’invito è ז מ ן che ci sprona a dedicare il nostro TEMPO זֶמָן (Zemàn) agli ospiti che accogliamo nella nostra casa. Infine le parole di Giobbe risuoneranno dentro di noi:
בַּ֭חוּץ לֹא־יָלִ֣ין גֵּ֑ר דְּ֝לָתַ֗י לָאֹ֥רַח אֶפְתָּֽח׃
(Bachùtz lo-yalìn gher; delatài laòrach efttàch:)
<<Fuori non pernotterà uno straniero (un pellegrino); le mie porte all’ospite (forestiero) aprirò:>> (Giobbe 31,32). Ovviamente non dimentichiamo di lasciare fuori proprio noi stessi. Siamo sempre presenti!
Infine auguro a tutti di essere i BENVENUTI בְּרוּכִים הַבָּאִים (Beruchìm habbaìm) in ogni occasione.