HAFTARÀH הַפְטָרָה
HAFTARÀH הַפְטָרָה! Lettura di un passo profetico che viene letto dal (Maftìr) מַפְטִיר dopo la lettura della פָּרָשָׁה SEZIONE della Toràh nei giorni di Shabbàt, Kippùr e nelle ricorrenze festive nella funzione mattutina (Profeta נָבִיא (Navì) – Profeti נְבִיאִים (Neviìm).Vi sono in genere molti punti di contatto fra la פָּרָשָׁה e l’ הַפְטָרָה (Hataràh) sia da un punto di vista delle vicende, sia per i contenuti concettuali. La sua radice è פ ט ר che si muove nel tema dell’esonerare, dispensare, aprire, allontanare, concludere, permettere, separarsi, liberarsi, dimettersi, congedarsi. פ ט ר è incorniciata da due ה che rappresentano la spiritualità e il femminile in campo. La פ è pronta al sacro racconto dei profeti che incarnano la parola di Dio con la ט per bastone, pronta a esortare e a redarguire per far vincere il bene. Il compito è elevare la coscienza della ר piuttosto che lasciarla nutrire dalla corruzione che è sempre pronta a emergere.
Il concetto dell’ESONERO, DISPENSA פְּטוֹר (Petòr) legato alla lettura provvisoria della sola הַפְטָרָה, nei tempi in cui era vietata la lettura della Toràh, viene spiegato dai Maestri come esortazione a ricordare, che nessuno in futuro avrebbe dovuto sentirsi esonerato dal tornare a leggerla pubblicamente, come si usava fare dai tempi di Ezra e Nehemia. Altri deducono che l’ הַפְטָרָה ”dava inizio” ai discorsi e alle discussioni che di solito dopo venivano messi in campo. Si dà importanza anche al significato del “congedarsi” in riferimento al fatto che l’ הַפְטָרָה “concludeva” la prima parte della preghiera di Shachrìt (Preghiera mattutina) (E. Kopciowski “I libri dei Profeti e la Toràh oggi”).
Questa antica usanza, della quale non conosciamo con esattezza la nascita, è la dimostrazione dell’unità e della sacralità dei testi biblici. Come è subito evidente, ci troviamo di fronte a una radice che comunica il senso di conclusione ma anche quello di apertura. פֶּטֶר (Pèter) INIZIO, APERTURA. È importante il concetto di פֶּטֶר, legato alla primogenitura come possesso divino:
קַדֶּשׁ־לִ֨י כָל־בְּכֹ֜ור פֶּ֤טֶר כָּל־רֶ֙חֶם֙ בִּבְנֵ֣י יִשְׂרָאֵ֔ל בָּאָדָ֖ם וּבַבְּהֵמָ֑ה לִ֖י הֽוּא׃
(Kaddèsh li chol-bechòr pèter col rèchem bivnè’ Yisraèl baadàm uvabehemàh; lì hu: Esodo 13,2)
« Consacra a Me ogni primogenito בְּכֹ֜ור apertura פֶּ֤טֶר di ogni grembo tra i figli di Israele, (sia) tra gli uomini che tra gli animali; appartiene a Me. (Il primogenito è il primo ad aprire il grembo materno)».
Dalla nascita si giunge alla morte: נִפְטַר (Niftàr) infatti esprime il grande congedo dalla vita e viene tradotto con מֵת (Met) MORTO o (Halàch le’olamò) הָלַךְ לְעוֹלָמוֹ È ANDATO NEL GAN ‘ÈDEN. (Lett. È andato al suo mondo). Anche פָּטוּר (Patùr) ESENTE deriva da פ ט ר. Bisogna fare attenzione all’assonanza con la radice פ ת ר INTERPRETARE, RISOLVERE che comunica l’energia della SOLUZIONE פִּתְּרוֹן (Pittròn).
Termino con una riflessione sulla comunione tra la parola הַפְטָרָה e l’espressione יְזַמְּרוּ לוֹ (Yezammèrù) CANTERANNO PER LUI, LO LODERANNO che condividono lo stesso valore numerico 299. Così come hanno fatto i profeti, continuiamo tutti noi attraverso la loro parola nel servire il divino.