MORTE מָוֶת (Màvet)
MORTE מָוֶת (Màvet)! MORTO מֵת (Met) si scrive con le stesse lettere di תָּם (Tam) INTEGRO, COMPLETO e תֹּם (Tom) RETTITUDINE e ONESTÀ. La sua radice è מ ו ת (Mem, Vav, Tav): MORIRE לָמוּת (Lamùt). Laמ , pura forza di rigenerazione e rinascita, manifesta la sua potenza di purificazione ed esprime la sua dimensione metafisica di nascita e di morte. Anche la ת si muove in uno spazio di compimento e morte nonché di verità e perfezione. La ו le congiunge in una interazione continua coscienziale senza rotture. Viviamo nel mistero! Non sappiamo nulla del grande SEGRETO רָז (Raz) 207 che ci porta al valore energetico-semantico della LUCE אוֹר. La fede e la speranza ci supportano! Il Signore ci ha dotato di grande forza e coraggio per affrontare questo meraviglioso e miracoloso viaggio che è la vita! Il Signore dà la vita e la morte: “Scegli la vita”, insegna la Torà (Deuteronomio 30,19). Anche il salmo 118,17 lo impone: “Io non morirò, ma (poiché) vivrò, e narrerò le opere di Hashèm!”
לֹֽא אָמ֥וּת כִּי־אֶֽחְיֶ֑ה וַ֝אֲסַפֵּ֗ר מַֽעֲשֵׂ֥י יָֽ הּ׃
(Lo amùt chi echyèh; vaasappèr ma’asè Ya-h). Lo שִׁיר הַשִּירִים lega l’amore alla morte per il suo potere ed eternità (8,6).
PERCHÈ FORTE COME LA MORTE (È) L’AMORE! (Chi ‘azzàh cammàvet ahavàh) כִּי עַזָּ֤ה כַמָּ֙וֶת֙ אַהֲבָ֔ה (עוֹז (Oz) FORZA).
446 מָוֶת è in stretta relazione con l’espressione חֶסֶד בַּחֶסֶד (Chèsed bachèsed) LA PIETÀ nella PIETÀ (La bontà nella bontà). Anche l’espressione dei salmi בְּצֵל כְּנָפֶיךָ יֶחֱסָיוּן 446 (Btzèl Chenafècha yechesayùn) ALL’OMBRA DELLE TUE ALI (gli uomini) SI RIPARANO avvicina alla MORTE e ci consola. Non meno bello è scoprire che LA VERITÀ הָאֱמֶת (Haèmet) abbia come valore numerico 446 o che la descrizione della morte sia אַחַת יְחִידָה UNA (E) UNICA 446. Tutte queste riflessioni ci insegnano quanto la morte sia anche vita! Non dimentichiamo che la breve preghiera del Kaddìsh קַדִּישׁ (ק ד ש radice del sacro e del santo) ben lungi dall’essere legata precipuamente al lutto, proclama la Santità del Nome di Hashèm: “Che Esso sia magnificato e santificato, Amèn!” Ogni mattina riconosciamo la purezza della nostra anima e ricordiamo che “Tu l’hai creata, Tu l’hai modellata, Tu l’hai insufflata in me; e Tu la custodisci dentro di me e Tu in futuro la riprenderai da me e la restituirai in me nei tempi futuri. Bella l’espressione che Rambam usa per parlare di “vita eterna” come “scrigno della vita” צְרוֹר הַחַיִּים (Tzeròr hachayyìm Samuele I 25,29). In effetti tutti i nostri cari scomparsi continuano a vivere con noi! Il Rav Dante Lattes ricorda che gli ebrei non pensarono troppo al mondo futuro, “] …[ sentirono di più lo spasimo della giustizia in questa terra e la ribellione al male e alle iniquità sociali”. ” Il profeta ebreo è affamato di giustizia e di giustizia immediata: la giustizia di Dio si esercita quaggiù” – afferma Renan. Spero che anche noi oggi seguiremo il loro dettame.