PROSSIMO רֵעַ (rè’a)
PROSSIMO רֵעַ (rè’a)! L’AMICO, L’ALTRO! Nel Tanàch troviamo anche il termine רֵעֶה (Re’èh). Il verso di Levitico 19,18 è senz’altro il verso più conosciuto con il suo messaggio universale. I Maestri lo hanno insegnato come il fondamento di tutto lo spirito religioso.
וְאָֽהַבְתָּ֥ לְרֵעֲךָ֖ כָּמֹ֑וךָ אֲנִ֖י ה’׃ ….. E AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO. (Veahavttà lere’achà camòcha; Anì Hashèm). La radice di רֵעַ (rè’a) è ר ע ע (Resh-‘Àyin- ‘Àyin) Una ר con due ע. La ר ( ראש testa) occupa il primo posto come le spetta ed esprime la sua forza pioneristica di essere sempre pronta a rinascere a nuova vita. La ע conosciuta per la sua potenza in campo nelle parole CON עִם (‘Im) e POPOLO עַם (‘Am) raddoppia la sua percezione della conoscenza del visibile e dell’invisibile. È da fare attenzione alla ר : come insegnano i kabalisti, è una lettera che ci impone una scelta fra la Grandezza e la Degradazione. Per questo forse troviamo una straordinaria assonanza con le parole: רָע(Rà’) MALE e רֹעַ (Rò’a) MALVAGITÀ che con significanti opposti derivano dalla stessa radice ר ע ע (Resh-‘Àyin-‘Àyin) e si scrivono nella stessa maniera di רֵעַ (Rè’a). La prima domanda che nasce spontanea è:<< Non siamo forse noi stessi il nostro primo PROSSIMO רֵעַ (rè’a) da conoscere e da amare?>> Come potremmo “amare il nostro prossimo” se prima non avviene questo miracolo d’amore dentro di noi!? >> Anche il male è necessario perché il bene vinca! Sappiamo ormai che è la nostra parte nascosta che ancora non abbiamo messo in luce. Una cosa è sicura, l’ha creato l’Eterno e il verso 7 del capitolo 45 di Isaia ce lo insegna:
“Formatore della luce e Creatore delle tenebre, Autore della pace e וּבֹ֣וֹרֵא רָ֑ע (Uvorè RA’) CREATORE del MALE.” (Trad. D.Lattes).
C’è un’altra parola che si scrive con le stesse lettere, scambiate d’ordine: עֵר (‘Er) SVEGLIO. Essere “svegli” in ogni occasione, può aiutarci in questo gioco interno continuo che ci rende migliori e più sereni. רֵעַ (Re’a) 270 ha lo stesso valore numerico di מָקוֹם חִיוּנִי (Makòm chiunì ch gutturale) LUOGO VITALE, nel quale anche noi troviamo rifugio alla presenza divina.