SHALOM שָׁלוֹם (Shalom)
Questa parola così famosa viene usata come saluto ebraico. La sua radice
ש ל ם (Shin-Lamed-Mem) include il senso di COMPLETEZZA, ARMONIA, PERFEZIONE, PACE e SALUTE.
Se si elabora la sua radice si incontrano i cardini dell’ebraismo: l’UNITA’ e l’AMORE per lo STUDIO delle manifestazioni del NOME di Dio. Provo a spiegare i due significanti nascosti: metto in evidenza il pungolo ל (Lamed) di ש ל ם (Shin-Lamed-Mem) il cui nome denomina la radice ל מ ד (Lamed-Mem-Daled) che, come già evidenziato, introduce sia il tema dello STUDIARE che quello dell’ INSEGNARE. E’ il tema dell’apprendimento tout court. Unisco poi la prima e l’ultima lettera ed ottengo la parola שֵׁם (Shem) che significa NOME. In ebraico questa parola שֵׁם (Shem) unisce in sé 2 polarità: אֵשׁ (eSH) FUOCO e מַיִם (Maim) ACQUA, rappresentate dalla שׁ (Shin) e dalla מ (Mem). Questa parola rappresenta l’aspirazione dell’uomo a tornare all’UNITA’ ORIGINARIA di cui godeva nel גַן (Gan) GIARDINO dell’ Eden.
Per tornare ai nomi del Signore, il Tetragramma è impronunciabile: se si vuole far riferimento a questo nome fuori delle funzioni religiose, si usa l’espressione הַשֵּׁם (Hashem): Ha è l’ articolo determinativo. La consonante dopo l’articolo acquista il puntino (דָגֵש Daghesh) ) (Hashem) IL NOME. Se leggo al contrario questo vocabolo, trovo il nome di מֹשֶׁה (Moshè): il personaggio storico più vicino a Dio e al popolo ebraico nel deserto. Il valore gematrico di SHALOM שָׁלוֹם 376 è lo stesso di מִדְבָּר סִנַי (Midbar Sinai) il deserto del Sinai. E’ bello pensare che dietro questo saluto, non si dica solo “ciao” ma si esprimano desideri e progetti che uniscono profondamente.