RADICE שֹׁרֶש (SHORESH)
In origine la scrittura ebraica era solo CONSONANTICA. Le parole ebraiche potevano avere radici di due o tre lettere ma per lo più tre. L’ebraico moderno ne contempla anche quattro. I masoreti, sapienti scribi ebrei, che operarono con erudizione e competenza tra il 4° e l’11° secolo hanno vocalizzato il testo biblico. L’assenza di vocali ha soppresso l’ESCLUSIVITA’ di un significato.
Il nucleo della parola, la RADICE שֹׁרֶש (SHORESH) , non integra dunque sempre le stesse vocali ma può trasformarsi in significanti altri.
Scelgo la radice ס פ ר (samech-pe-resh) come esempio. NUMERO מִסְפָּר (mispar) e RACCONTO סִפּוּר (Sippur) in ebraico condividono la stessa radice di libro סֵפֶר(sefer). La SEFIRA’ (סְפִירָה) contiene questi significanti numerici da un punto di vista energetico e la mistica ricorda il suo compito di raccontare la GLORIA di Dio. Anche zaffiro סַפִּיר (sapir) deriva da questa radice. Secondo la tradizione, le prime tavole della legge erano di zaffiro. Una riflessione che ci porta a percepire ancora una volta la sacralità di questa lingua antica. I vocaboli che condividono la stessa radice ma che hanno un significato altro si chiamano “OMONIMI”.
Il valore della parola RADICE שֹׁרֶש (SHORESH) è 800 ed equivale anche al valore della parola קֶשֶׁת (KESHET) ARCOBALENO. Studiare le radici delle parole ebraiche è un po’ toccare tutte le nostre colorazioni interne.
(Veshoresh davar nimtzà vi) “ וְשֹׁרֶשׁ דָּבָר נִמְצָא בִ“ (NotaGiobbe 19,28)
“E (LA RADICE) DELLA PAROLA SI TROVA IN ME”!(Nota: Non esiste il presente in ebraico, si traduce col participio presente.)